Chi ha inventato l’acciaio inox? La storia di uno dei materiali più sostenibili del pianeta

L’acciaio inox è uno dei materiali più utilizzati in ogni settore produttivo, ma conosci la sua storia?

L’invenzione dell’acciaio

Il brevetto per l’invenzione dell’acciaio inox risale al 1872, a nome di Woods e Clark, due ricercatori inglesi che durante le loro sperimentazioni di accorsero che aggiungendo una parte di cromo alla ormai comune lega di ferro e carbonio, si otteneva un materiale nuovo, capace di resistere alla ruggine.

Le ultime scoperte

Nonostante il brevetto risalga al 1872, recentemente lo scienziato e ricercatore Rahil Alipur, dell’University College di Londra ha scoperto che già nel X secolo, i persiani, utilizzavano una lega con caratteristiche molto simili all’acciaio inox. Durante le ricerche e le relative analisi dei manufatti ritrovati a Chahak, in Persia, Rahil Alipur ha identificato la ricetta per la creazione di questo speciale acciaio, scritta all’interno di un manoscritto datato 900/1000 d.C. All’interno del manoscritto si parla di un ingrediente segreto capace di rendere l’acciaio più resistente e longevo nel tempo. Tale ingrediente è stato identificato da Alipur come la cromite, una materia molto ricca di cromo. I manufatti analizzati, infatti, contengono una percentuale di cromo compresa fra l’1 e il 2%. Sebbene tale percentuale sia molto inferiore rispetto a quella utilizzata oggi, essa conferisce comunque alla lega una buona resistenza tanto alla ruggine quanto all’ossidazione.

L’invenzione dell’acciaio inox moderno

Dal momento del brevetto si dovettero attendere circa 40 anni per veder comparire i primi prodotti in acciaio. Solo ai primi del ‘900, infatti, Harry Brearley, chimico inglese al lavoro presso i laboratori di Brown Firth a Sheffield, eseguì una ricerca sui punti di erosione dell’acciaio, per risolvere il problema del suo utilizzo nelle canne di fucile. Il dott. Brearley sapeva già che aggiungendo un’ulteriore parte di cromo alla lega di acciaio inventata da Woods e Clark, si innalzava il punto di fusione del materiale, ma lui riuscì a stabilire con estrema precisione i diversi punti di fusione e i relativi quantitativi di cromo all’interno della lega d’acciaio. Per raggiungere questo risultato, il dott. Brearley si trovò a dover esaminare la microstruttura del materiale e quindi lucidarlo ed eseguire un etching, ovvero un trattamento chimico grazie al quale è possibile rimuovere strati del materiale e quindi, conoscere anche gli elementi chimici coinvolti. Per eseguire l’etching sull’acciaio si utilizzò una soluzione standard a base di acido nitrico e alcool.

L’utilizzo di tale soluzione permise al dott. Brearley di constatare che alcuni dei campioni sottoposti ad analisi non corrodevano a contatto dell’acido nitrico né arrugginivano se lasciati all’aria aperta, anche dopo giorni alla mercé degli agenti atmosferici. I campioni d’acciaio risultavano brillanti e privi di qualsivoglia segno di ossidazione. Sebbene involontariamente, il dott. Brearley aveva dato vita al primo acciaio inossidabile e, grazie all’etching a base di acido nitrico, aveva sottoposto la sua lega anche a passivazione.

Oggi, infatti, l’acciaio inox presenta un alto contenuto in cromo (almeno il 10,5%) e viene passivato per assicurare la sua resistenza alla corrosione e alla ruggine. Le ricerche di Brearley portarono alla nascita della prima industria sulla studio dell’acciaio inox della storia proprio nelle aree intorno a Sheffield.

Perché l’acciaio inox è sostenibile?

Dai persiani e dalle prime leghe d’acciaio, sino al dott. Brearley e alla formulazione dell’acciaio inox odierno, è trascorso più di un millennio. Oggi, questo materiale è considerato fra i più sostenibili per diverse ragioni, tutte legate alle sue caratteristiche intrinseche,

  1. Resiste bene a qualsiasi temperatura e non subisce le escursioni termiche
  2. Non necessita di manutenzione
  3. È longevo
  4. Non corrode né arrugginisce
  5. Non si danneggia

Grazie a queste sue peculiarità, l’acciaio inox ha, già di per sé, un ciclo di vita molto lungo e non necessita di essere sostituito. Ciò significa che ricorrendo all’acciaio inox si evita di produrre rifiuti, proprio perché prima di considerare il suo ciclo di vita concluso possono trascorrere anche decenni. È difficile quantificare l’esatta durata dell’acciaio inox perché dipende dall’uso che se ne fa, dalla tipologia di acciaio inox scelto e dall’esecuzione o meno di una manutenzione.

Il riuso dell’acciaio inox

Ciò che si può affermare con certezza è che l’acciaio inox è un materiale circolare e molto longevo. I componenti in acciaio inox mantengono inalterate le loro proprietà e possono essere rigenerati all’infinito. La Fondazione Promozione Acciaio sostiene che l’acciaio inox sia un materiale permanente riciclabile al 100% senza che, in ogni processo di rigenerazione, perda le sue proprietà.

Rifondendo l’acciaio inox, infatti, non si perdono le sue caratteristiche principali ovvero la duttilità, la formabilità e la resistenza. I legami metallici di questa lega si ripristinano a ogni ri-solidificazione. Una volta demoliti e recuperati, i componenti in acciaio possono essere riciclati per dar vita a tubi, lamiere, barre e componenti destinati agli usi più disparati.

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